La cellulite, meglio nota in ambito clinico come Panniculopatia Edemato Fibro Sclerotica (PEFS) è una patologia a carico del derma che non si limita ad essere banalmente un antiestetico inestetismo cutaneo, ma influisce sulla salute dei tessuti e della circolazione poiché presenta accumuli adiposi localizzati che non favoriscono la circolazione sanguigna. È una delle patologie più note nel campo dermoestetico nel quale, tra le terapie più diffuse, si fa riferimento al trattamento con le onde d’urto.
Ma…Cosa sono le onde d’urto?
Le onde d’urto sono impulsi acustici inizialmente introdotte per il trattamento delle malattie renali ed epatiche e poi applicate anche in fisioterapia ed in fisioestetica. Si distinguono in: onde focali ed onde radiali, con diverse applicazione a seconda del caso. Per quel concerne la PEFS (o semplicemente cellulite), hanno stimolato l’interesse di molti specialistici per via degli effetti biologici che producono sul tessuto adiposo ed i benefici arrecati a favore del sistema circolatorio e linfatico. I protocolli vengono sistematicamente personalizzati per energia ed intensità, in base alla complessità dell’inestetismo da trattare e della sua collocazione.
Quali onde si utilizzano nel trattamento della cellulite?
Generalmente per trattare punti trigger superficiali la scelta giusta ricade sulle onde d’urto radiali, in quanto focalizzabili in profondità (non a caso possono essere utilizzate anche per il trattamento di patologie ossee). A differenza delle onde d’urto focali che vengono utilizzate per andare più in profondità.
Esistono controindicazioni e timori legati al trattamento della cellulite con onde d’urto?
Molti pazienti all’inizio hanno paura delle onde d’urto pensando erroneamente che siano dolorose o che abbiano effetti negativi, ma non è così. Infatti il trattamento, della durata di 20-30 minuti, è ben tollerato e prevede la supervisione del personale sanitario, che applica le onde d’urto al tessuto target dopo essersi sottoposto ad una specifica formazione per l’utilizzo della strumentazione. Per quanto riguarda le controindicazioni meglio non esporsi al trattamento in stato di gravidanza, quando si hanno delle malattie tumorali nel tessuto da trattare o quando si hanno gravi problemi di coagulazione.